China blues. Viaggio nel paese dell'armonia precaria

China blues. Viaggio nel paese dell'armonia precaria

"Si lavora troppo e si guadagna sempre meno... Dopo le riforme, l'assistenza sociale e i premi sono spariti, le ore di straordinario non vengono più pagate, la corruzione è aumentata. Qualche mese fa abbiamo scioperato. I media non ne hanno fatto cenno. Non abbiamo ottenuto niente... E chiaro che le riforme non procedono nella giusta direzione: in alto hanno favorito la corruzione dei funzionari del Partito, mentre in basso hanno approfondito le disuguaglianze e aumentato le difficoltà della vita". Chi parla è un'operaia di Shanghai, che riassume in pochi, efficaci tratti la situazione attuale del "laboratorio del mondo", quella Cina che aspirava a essere un modello di riferimento per il "socialismo di mercato" e che invece rivela tutta la fragilità di un'esperienza di capitalismo spinto senza i contrappesi delle democrazie liberali. E questa una delle voci raccolte dai due autori di "China blues", tornati in Cina dieci anni dopo il loro primo viaggio per capire "in diretta" cosa è cambiato con la "politica di apertura", le riforme, la "crescita a due cifre", il restyling olimpico. E hanno messo insieme una trentina tra interviste, documenti ed esperienze, frutto dell'incontro con personaggi disparati, alcuni rimasti in Cina, altri emigrati a Parigi, altri ancora immaginari, espressione esemplare di situazioni corali.
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