Diritto, etica e guerra al terrore
La necessità di fronteggiare il terrorismo globale può giustificare comportamenti che disattendono il diritto internazionale umanitario e le Convenzioni siglate a difesa dei diritti dei prigionieri? La "cura" antiterrorismo si rivela peggiore della "malattia"? Gli attacchi brutali dell'11 settembre 2001 e la conseguente "guerra globale al terrore" dichiarata dall'amministrazione Bush sembrano aver decisamente portato scompiglio in una situazione che, dalla fine della Guerra fredda, andava verso iniziative di promozione dei diritti umani, di protezione dei civili, di limitazione della guerra e dei poteri degli Stati. Su questi temi, di grande attualità, si incentra l'ultimo lavoro di Matthew Evangelista, politologo americano tra i più celebri a occuparsi degli aspetti normativi della politica internazionale. Il volume intende porsi non come saggio per gli addetti ai lavori, ma piuttosto come prospettiva di approfondimento di temi e argomenti che interessano sia i governi sia la società civile. Questioni cruciali come la difesa della libertà individuale, i diritti dei "combattenti nemici", l'uso della tortura, la guerra preventiva vengono analizzate e discusse nell'ottica dell'evoluzione delle norme e delle leggi che regolano situazioni limite come quella che ci troviamo a vivere.
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