Il potere. Una visione radicale
Il potere: è questo uno dei concetti fondamentali, ma anche uno dei più dibattuti, nelle scienze politiche e nella sociologia. Come pensare e definire il potere? E come conquistarlo, mantenerlo, utilizzano? Da sempre qui si giocano i delicati equilibri che investono le relazioni tra gli uomini, le istituzioni, gli Stati. Nel 1974 Steven Lukes affrontava questo "argomento avvincente" con un'analisi destinata a suscitare ampie risonanze e accese discussioni. Prendendo le mosse dalle teorie elaborate nel secondo dopoguerra sulle "élite di potere" e sul "pluralismo", Lukes sgombra il campo dagli equivoci che spesso inducono a confondere il potere con il suo esercizio o con manifestazioni esteriori di forza. Al contrario ci si deve occupare proprio degli aspetti meno evidenti, poiché "tanto meno il potere è visibile, più è efficace". Ma soprattutto non siamo di fronte a un concetto lineare, o bidimensionale, bensì a un oggetto solido, dotato di "tre dimensioni", tre volti che Lukes indaga e descrive con precisione e chiarezza. Il primo è il "volto pubblico", ovvero il potere di prendere decisioni e agire concretamente nelle questioni politiche e sociali; esiste però anche un "potere di decidere cosa vada deciso", ovvero di controllare l'agenda escludendo ciò che potrebbe creare controversie; infine vi è il volto nascosto ma determinante del "potere ideologico", cioè la capacità di ottenere il consenso rispetto allo stato esistente.
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