Manzù in Università Cattolica. Un contributo del '900 all'arte sacra
Questo libro ci restituisce e illumina una pagina di rilievo nella storia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. La presenza del giovane Giacomo Manzù non è infatti un episodio occasionale, allorché sotto la direzione di Giovanni Muzio si avviano i lavori di restauro dell'antico monastero di Sant'Ambrogio. E la vicenda delle opere create dall'artista bergamasco per le cappelle dell'Ateneo e per quella dei collegi universitari - attraverso le alterne fasi qui descritte, dal momento della loro nascita e della loro originaria sistemazione sino a oggi - è non soltanto un riflesso, bensì un lembo assai significativo della vita della nostra Università. Nei rapporti che si strinsero, in quella prima parte degli anni Trenta, tra Agostino Gemelli e Giacomo Manzù, agevole è intravedere quale grande posto venisse riservato all'arte sacra (e alla santità dell'arte) dal progetto culturale che il Fondatore stava realizzando da più di un decennio. Il desiderio di Dio e la vocazione alla spiritualità che sono in ogni creatura, se non derivano da un 'antico' che può o vuole soltanto sopravvivere, tantomeno si possono snaturare ripiegando su se stessi di fronte ai naufragi e ai successi, alle precarie illusioni e alle ragionevoli attese di ciò che appare o davvero è 'moderno'. Con le linee, i corpi e le figure delle opere che dà alla luce per l'Ateneo di Gemelli, Manzù dimostra che il Novecento non ha per nulla cancellato l'arte sacra[...].(Dalla presentazione di Lorenzo Ornaghi)
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