Metafisica e storia della metafisica. 27.Metafisica e metodo trascendentale. Johannes B. Lotz e la struttura dell'esperienza

Metafisica e storia della metafisica. 27.Metafisica e metodo trascendentale. Johannes B. Lotz e la struttura dell'esperienza

La metafisica di Tommaso d'Aquino, il metodo trascendentale di Kant e la differenza ontologica di Heidegger costituiscono i punti di riferimento costanti della riflessione di Johannes B. Lotz, uno dei rappresentanti più noti del "tomismo trascendentale": le sue opere testimoniano la vitalità di un'antica tradizione di pensiero e l'apertura teorica di un itinerario filosofico originale e innovativo. Le intenzioni e i progetti di ogni uomo, il senso della prassi, il contenuto e le forme della temporalità e della storicità animano la complessa struttura dell'esperienza e i suoi livelli di espressione: ontica, eidetica, ontologica, metafisica e religiosa. In questa dinamica la metafisica non si propone come vana dichiarazione di principi astratti, ma sorge come richiesta di senso nell'ambito dell'antropologia e della storia. Le tre parti che compongono questa ricerca - la metafisica della conoscenza come questione di metodo, l'elaborazione fenomenologico-trascendentale dell'antropologia, verità e storicità vorrebbero delineare il percorso e l'ampiezza di una "metafisica dell'agire umano" che, nei limiti della finitezza, desidera un affidabile compimento.
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