Deus non voluit. I Lombardi alla crociata (1100-1101). Dal mito alla ricostruzione della realtà

Deus non voluit. I Lombardi alla crociata (1100-1101). Dal mito alla ricostruzione della realtà

L'arcivescovo Anselmo IV da Bovisio e la classe dirigente nobiliare del Regnum Longobardorum, guidata dal conte Alberto di Biandrate e dal conte Alberto di Parma, raggiunsero Costantinopoli nel 1100. Uniti a gruppi di milites legati a Rainaldo di Saint Gilles e a contingenti di cavalieri tedeschi e della Francia settentrionale, marciarono verso il cuore della potenza musulmana (il Khorasan) per conquistarne la capitale, Baghdad. Il disegno strategico era straordinario; notevoli erano l'organizzazione e l'armamento dell'esercito dei cavalieri lombardi. I primi scontri con i turchi furono vittoriosi; i crociati conquistarono alcune fortezze e la città di Ankara. Tuttavia la spedizione finì in tragedia. Circondati, fra le aride montagne dell'Anatolia, dalle forze degli emirati musulmani che avevano ritrovato l'unità politica, stremati dal caldo e dalla sete, i crociati furono più volte attaccati. Tentarono la sorte con un'impegnativa battaglia, il cui esito rimase incerto. Molti lombardi, fra cui l'arcivescovo, furono gravemente feriti o morirono. Nella notte, presi dal panico, i cavalieri abbandonarono il campo e i pedoni, che vennero sterminati dai turchi. La causa di tale fallimento non va però ricercata nello scarso coraggio o nella carente organizzazione dei lombardi, ma piuttosto nella forza unitaria dei principati turchi e nella difficoltà dei crociati ad adattarsi alla tecnica militare degli avversari che faceva largo uso di arcieri armati con potenti archi cornei e di osso.
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