Il problema della verità. Heidegger vs Aristotele
Il problema dell'essere è dominante nella riflessione heideggeriana. Impostato sulla scia degli studi di Husserl sull'intuizione veritativa e sviluppato a partire da un'estesa lettura della concezione della costituzione essenziale dell'uomo proposta da Aristotele nel VI libro dell'"Etica a Nicomaco", esso è stato oggetto di diverse soluzioni, incentrate sul tentativo di superare l'identificazione tra verità e presenzialità. Ciò al fine di porre la verità come principio velato di emergenza della totalità dell'ente e dell'orizzonte d'essere in cui si presenta. In che modo, tuttavia, è stata concretamente pensata la problematica della verità dell'essere e in che modo la prima soluzione sistematica del problema proposta da Heidegger è stata sviluppata al fine di non incorrere in contraddizioni? In che misura la soluzione definitiva, che segna la celebrata svolta, è in grado di superare tali contraddizioni? In che misura, infine, è possibile dire che il pensiero heideggeriano si pone, secondo l'intenzione del filosofo stesso, come oltrepassamento del pensiero ontologico aristotelico e, in generale, occidentale? L'intento di questa analisi è identificare lo sviluppo del pensiero di Heidegger in relazione al problema dell'essere, ossia al problema circa la verità dell'essere dell'ente, cercando di proporre un'interpretazione consistente dei termini in cui le precedenti domande sono poste e di illuminare la 'Grundfrage' che ne costituisce lo sfondo: l'essere è definibile secondo una struttura?
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