L'estetica della musica
Chiunque pensi che leggersi un libretto d'opera sia un fastidio inutile, un disturbo alla fruizione dello spettacolo, o chiunque al contrario si legga il testo di un Lied mentre lo ascolta durante un concerto; chiunque ignori il programma letterario di un poema sinfonico considerandolo una trascurabile appendice 'extramusicale' all'opera vera e propria; chi sia convinto che l'opera lirica sia una manifestazione spuria della vera musica, che sarebbe solo strumentale; chi non ammetta l'esecuzione, poniamo, del Clavicembalo ben temperato se non su 'strumenti d'epoca', o chi, al contrario, sia convinto che sia del tutto legittimo ignorare completamente, fino allo stravolgimento, le idee che l'autore poteva avere sull'esecuzione di una sua opera; chiunque prenda posizione su queste ed altre analoghe questioni relative al fenomeno della musica colta spesso non sa che sta attuando decisioni in materia di estetica musicale, che ciò che afferma sono idee maturate e radicate nell'ambito di ampie visioni dell'arte musicale, idee la cui portata non può essere realmente compresa ed eventualmente posta in questione senza collegarle alle ragioni profonde e al contesto di pensiero che le hanno generate. L'estetica musicale, per lo meno attualmente, non è più una disciplina normativa. Non prescrive come si deve pensare, bensì spiega come si è pensato nel corso dei secoli.