Vergogna e gelosia. Tumulti segreti
Non è facile ammettere né la vergogna né la gelosia. Entrambe pervadono la vita umana, esercitando un terrore segreto e un controllo dall'interno. La vergogna affiora nella ridda dei rapporti umani, nelle incomprensioni, negli errori di percezione e di giudizio, nell'assenza di empatia, nella solitudine e nella delusione. La gelosia è invece figlia della percezione che esiste un altro (che sia l'altro edipico, o magari un fratello o una sorella) che può riuscire nel rapporto in cui noi abbiamo fallito. Nel setting analitico e psicoterapeutico la situazione è satura di vergogna potenziale. La ragione è duplice. Primo, l'informazione emotiva da comunicare ha carattere squisitamente privato, e quindi potenzialmente vergognoso. Secondo, le possibilità di incomprensione, mancata comunicazione e scarsa empatia sono molteplici. Un'altra ragione per cui evitiamo di menzionare la vergogna è che è particolarmente contagiosa. Sentirne parlare la evoca, seppure solo in forma leggera e sottile. Ma la situazione sta radicalmente cambiando. Psicoanalisti, psicologi evolutivi, studiosi di scienze sociali e delle neuroscienze si dedicano oggi in maniera significativa alla comprensione della vergogna. Un nuovo campo di particolare interesse, con notevoli collegamenti potenziali alla psicoanalisi, è quello della psicologia evoluzionistica, che studia come una prospettiva neodarwinista faccia luce su aspetti del comportamento e delle emozioni che sarebbero altrimenti oscuri.