Disputandum est. La passione per la verità nel discorso pubblico
Le controversie metafisiche sono tornate a occupare lo spazio pubblico. Ma perché le credenze sulle cose prime e ultime ne erano state bandite? Ed è un bene o un male che esse escano di nuovo allo scoperto? Il rischio è che generino dispute non componibili, sostiene chi è convinto che le decisioni politiche debbano osservare le "regole del silenzio" in questioni concernenti verità ultime. Ma obiettano altri non si possono silenziare i conflitti di verità, o prescinderne come se a essere in gioco fossero semplici propensioni di gusto o preferenze personali, dal momento che si tratta di radicali disaccordi di principio. Antonella Besussi ritiene che esista la possibilità di combinare la passione metafisica che ci conduce a sostenere una credenza e l'incertezza sul nostro avere ragione che ci porta a volerla mettere alla prova nella discussione pubblica. Non resta quindi che continuare a disputare sulla verità: dissenso su credenze profonde e rispetto reciproco sono tutt'altro che incompatibili, anzi è il loro esercizio che contribuisce a ripoliticizzare una sfera pubblica impoverita di significato.
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