L'apprendista terapeuta. Riflessioni sul «mestiere» della psicoterapia
Questo libro è uno strumento di lavoro per la formazione di psicoanalisti e psicoterapeuti, in particolare quelli che operano nei servizi pubblici, ma non è un manuale né un trattato. E' piuttosto - dice l'autore - un tentativo di presentare a chi si accinge a praticare la psicoterapia una disposizione, un atteggiamento emotivo, un modo di mettersi in relazione che sono caratteristici di questo 'mestiere'. L'orientamento dell'autore è in accordo con una concezione della psicoanalisi non come una religione che deve difendere la purezza delle sue procedure e dei suoi dogmi, ma come un metodo la cui fecondità è ancora da esplorare. Per molto tempo appannaggio di privilegiati, 'scienza borghese' (vedi per esempio il ritratto che ne fa Woody Allen ), la psicoanalisi si è più recentemente avventurata a occuparsi di soggetti meno nobili: delinquenti, matti, bambini e ragazzi difficili, che molto spesso si trovano nelle istituzioni: asili, orfanotrofi, ospedali psichiatrici, carceri, riformatori. Secondo l'autore, oggi la psicoanalisi può trovare nuova vitalità, più che nelle ansie di validazione e nel confronto con le altre scienze, nel recupero dell'artigianato terapeutico, imposto dalle necessità sociali del territorio sotto la spinta dei grandi cambiamenti nella cultura e nelle abitudini delle persone. Con una Presentazione di Giovanni Carlo Zapparoli.
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