Dai re ai signori. Forme di trasmissione del potere nel Medioevo
Noti agli specialisti, i saggi qui raccolti rendono finalmente accessibile a un più largo pubblico di studiosi e studenti i risultati di ricerche originali. Contro la semplificazione di un Medioevo troppo omogeneo nel suo essere "feudale", Tabacco colpisce in primo luogo l'immagine onnicomprensiva del feudo come sintesi di beneficio, vassallaggio e immunità che, costruita soprattutto da storici del diritto italiani della fine del XIX secolo, continua ad avere grande fortuna. Insoddisfatto della concezione corrente di un "mondo feudale" generico e confuso dove problemi economici, politici, giuridici sono mescolati tutti insieme. Tabacco interroga qui le forme di trasferimento o di trasmissione del potere, dimostrando il gran peso che ha in essi il principio della "allodialità" (cioè della piena proprietà, anche di giurisdizioni) senza che ciò debba indurci a giudicare il Medioevo germano-latino come insensibile all'idea di potere "pubblico". Il potere nel Medioevo non di frantuma per dissennatezza dei successori di Carlo Magno per concessioni feudali a conti e marchesi. I poteri signorili locali - quando non sono costruiti dall'aristocrazia militare spontaneamente e fuori di ogni delega - sono spesso trasmessi in piena proprietà, perchè una concezione patrimoniale del potere è normale già nell'età carolingia.
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