Gravidanza per altre persone. Tra disinformazione, discriminazioni e diritti negati
Le tecniche di procreazione medicalmente assistista esistono da oltre cinquant'anni. La loro evoluzione è stata continua e gli effetti della loro diffusione sono ormai visibili: i modi del generare si sono moltiplicati, aprendo a nuovi e diversi progetti di genitorialità e di famiglia. A questi cambiamenti, già in atto nelle pratiche e nelle vite di molte persone, non corrisponde tuttavia, almeno nel nostro Paese, un aggiornamento culturale e un'appropriata normativa giuridica. Nell'estate 2023 la Camera dei deputati ha approvato in prima lettura la proposta di legge che rende la gestazione per altri «reato universale» e la Corte di Cassazione ha negato a due donne la trascrivibilità dell'atto di nascita del proprio figlio, nato all'estero da fecondazione eterologa. Scelte politiche, certo, rese possibili tuttavia da un'inadeguatezza delle norme, nella quale, come spesso accade, rimangono intrappolati i destini delle persone, soprattutto di quelle più fragili. Eva Benelli ha la competenza e il talento espositivo per fare chiarezza – dal punto di vista medico, oltre che umano e giuridico – su un tema delicato e divisivo, che i media generalisti e il dibattito pubblico italiano trattano spesso con strumenti drammaticamente inadeguati. Il rapporto tra corpo, genitorialità e biotecnologie – oggi al centro del discorso politico – apre a esperienze al contempo condivise e uniche, intime e pubbliche. Scardinate le certezze di un tempo, le trasformazioni che coinvolgono la natalità non possono essere affrontate con la sola logica dell'obbligo e del divieto. Accogliere questi cambiamenti non è facile, e per farlo sono necessarie consapevolezza scientifica e conoscenze informate. Che portino a scelte politiche efficaci, in grado di trasformare i comportamenti e produrre visioni e progetti nuovi, ben al di là di pregiudizi e slogan.
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