I funamboli della parola. Le traduzioni che hanno cambiato la storia
I rapporti diplomatici raramente funzionano senza un esercito invisibile di traduttori e interpreti. Pur trascurati, alcuni di essi sono riusciti ad alterare, nel bene o nel male, gli eventi della storia. Anna Aslanyan – giornalista russo-inglese con molti anni di esperienza nel settore – esplora i retroscena di astuzia e ambizione, eroismo e incompetenza, che hanno avuto come protagonisti i professionisti della traduzione, scoprendo fin dove può arrivare un semplice malinteso. «Un prezioso scrigno di storie sulle incredibili imprese dei traduttori con un enorme cast di eroi. Con una lucidità trascinante, Anna Aslanyan spiega le complessità e gli enigmi che i professionisti delle lingue hanno affrontato nel corso dei secoli, mostrando quanta abilità, coraggio, ingegno e arguzia serve per mantenere la pace, diffondere la parola e favorire il dialogo tra i popoli del mondo» - David Bellos, autore di Is That A Fish In Your Ear? «Un colorato tributo ai traduttori e agli interpreti che hanno lavorato duramente nel corso della storia, oliando – o intasando – le ruote della diplomazia e della cultura. Passando da santi a imbroglioni, da fannulloni ad avventurieri, da pedanti a geni, Aslanyan traccia una vivace storia di un’arte sottovalutata. Godibilissimo» - Gaston Dorren, autore di Babele e Le 60 lingue che uniscono l’Europa Hiroshima sarebbe stata bombardata lo stesso se il dispaccio giapponese non fosse stato tradotto in modo ambiguo? La resa delle barzellette di Berlusconi ha dato una svolta alle cene del G8? Come reagì l’interprete ebreo di Göring durante il Processo di Norimberga? Che ruolo hanno avuto i dragomanni o i dizionari idiomatici nel dichiarare guerre o tessere alleanze? Quando una frase galante diventa offensiva?Aslanyan prova a dare una risposta ricorrendo a diciotto esempi tratti da varie epoche e culture: dagli intrighi di corte risolti da zelanti interpreti al duello fra Nixon e Chruščëv, dalla Brexit fino agli «shithole countries» menzionati da Trump. Riflette, infine, sul ruolo dei traduttori nel prossimo futuro, quando la loro versatilità dovrà superare l’intelligenza di algoritmi di traduzione sempre più efficaci.Le storie qui raccontate in modo fulminante e ironico mostrano i traduttori al lavoro e le conseguenze, spesso memorabili, della loro mediazione. E sono un omaggio ai professionisti della traduzione, che lavorando all’ombra devono conseguire diversi obiettivi in contemporanea: ottenere il senso corretto delle frasi, attraversare (e non violare) certi patti sociali, mantenere l’equilibrio culturale. Non è un caso che Aslanyan compari il traduttore a un funambolo che danza nel vuoto: la sua è un’impresa creativa, ma a volte può essere perfino fatale.