Scrittori polemisti. Pasolini, Sciascia, Arbasino, Testori, Eco
Il libro di Pischedda rievoca un'epoca eroica: quella in cui dalle colonne del "Corriere della Sera" e della "Repubblica" gli interventi di Pasolini, Testori, Calvino e Arbasino mettevano impietosamente a nudo i modi e gli stili italiani del vivere e del fare politica. Questi scrittori sono ora oggetto di una lettura attenta, che mette da parte ogni pregiudizio (positivo o negativo) e che riporta l'analisi testuale sul piano del merito, dei contenuti dibattuti e dello stile adoperato. Ovvero: che cosa dicono quei polemisti, in che modo lo dicono e a quale titolo? E, soprattutto, cosa sa un intellettuale letterato? Da dove deriva la sua autorità circa materie che letterarie non sono? Pischedda non nega l'importanza che gli ideologi di tradizione umanista ebbero per la vita culturale del paese, si interroga, però, su cosa abbia significato per questi scrittori scendere nell'agone delle polemiche civili e politiche. Interrogarsi oggi sull'engagement degli scrittori è quanto mai attuale.
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