Come sopravvivere alle prigioni in Russia
"Biscottini", così vengono chiamati nelle carceri russe i nuovi arrivati. Che sono tanti, più che in qualsiasi altro Paese europeo: del resto in Russia non c'è scampo, o sei stato in prigione almeno una volta o ci andrai a breve. Pa-s'ko racconta, con la voce di un carcerato "esperto", la degradante trafila che attende chi ha appena varcato la soglia della prigione: interrogatori massacranti e violenti, condizioni di deprivazione morale e materiale. Poi la quotidianità, apparentemente insopportabile per chi sta fuori, della vita carceraria, i corpi ammassati sulle poche brande, l'assenza di acqua corrente, la necessità di "dormire a turno", lo sforzo di mantenere un briciolo di umanità con la lettura e, quando consentito, la scrittura, per dare un senso alla sopravvivenza. E un panorama che richiama i Gulag e i metodi del KGB, ma è la Russia degli anni novanta quella narrata da Pas'ko: un Paese che si vuole moderno ma applica ancora la pena di morte, uno Stato che nutre aspirazioni comunitarie ma viola sistematicamente i diritti umani, un alleato politico che tratta alla pari con le democrazie europee ma continua ad alimentare i campi di lavoro in Siberia.
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