Fotografare il cervello. Neuroimaging e malattie mentali
La resistenza a definire in termini scientifici e, in particolare, biologici le malattie mentali ha sempre caratterizzato gli studi psichiatrici. L'introduzione delle tecniche di neuroimaging che consentono di descrivere il funzionamento del cervello in azione, mentre pensa, ricorda o prova delle emozioni, permette di inserire compiutamente nella psichiatria i due elementi che caratterizzano l'approccio scientifico: la ripetibilità dell'esperimento e la misurazione. Alla luce di questa nuova metodica, possono essere definiti i correlati neurali di patologie fortemente invalidanti come la Schizofrenia, la Depressione, il Disturbo Bipolare e il Disturbo Ossessivo-Compulsivo, con un conseguente miglioramento dei metodi diagnostici e delle possibili terapie. Grazie all'integrazione dell'epidemiologia genetica con le neuroscienze sperimentali, si è aperta la possibilità di utilizzare il neuroimaging per studiare in vivo l'espressione genica cerebrale nei soggetti sani e in quelli malati: nel futuro prossimo, grazie al neuroimaging genomics, si potrà giungere a una concezione unitaria delle componenti biologiche, psicologiche e sociali della malattia psichica.