Architettura italiana sotto il fascismo. L'orgoglio della modestia contro la retorica monumentale 1926-1945

Architettura italiana sotto il fascismo. L'orgoglio della modestia contro la retorica monumentale 1926-1945

Questo libro traccia il bilancio dell'architettura di un ventennio nell'Italia fascista. Dalle facoltà universitarie allora istituite escono giovani che aderiscono con convinzione al regime e reclamano che le opere pubbliche siano progettate con criteri che le distinguano nettamente da quelle realizzate dai governi precedenti. Nei contrasti vivacemente polemici che ne seguono, sono invece gli accademici ad avere la meglio, proponendo lo stile più aderente al "culto del littorio", che caratterizza fra l'altro gli sventramenti compiuti senza scrupoli in tanti centri storici. Quando tuttavia cade l'illusione di avere affidati grandi lavori, i nostri migliori architetti realizzano le loro opere più riuscite, senza pretese monumentali ma legate ai bisogni e ai desideri della vita di tutti i giorni. Esperienze che contribuiscono i a modificare le loro opinioni politiche, : a passare, nei confronti del fascismo, dall'adesione alla fronda, infine all'opposizione.
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