Il risveglio della coscienza. Balbettii metafisici

Il risveglio della coscienza. Balbettii metafisici

Nell'assumere a oggetto dei suoi "balbettii metafisici" il tema classico della coscienza e del suo "risveglio", Aurigemma muove dalla constatazione di un conflitto lacerante che attraversa l'intera vita di Jung e la sua straripante opera di psicologo e fenomenologo dell'esperienza religiosa e culturale: il conflitto, cioè, tra la sua vocazione kantiana di scienziato empirista che vuole mantenere l'indagine sulla struttura e il funzionamento della psiche entro i limiti della ragione, e l'urgere in lui di profonde e pressanti istanze speculative e spirituali in merito alla natura del "sapere" - del sapere in sé, senza oggetto -, e al senso della vita, e al destino di ognuno nella morte. La proposta di soluzione suggerita da Aurigemma radicalizza gli esiti impliciti nel secondo corno del dilemma e va coerentemente in direzione di un rigoroso ontologismo coscienziale: l'essere - la kantiana "cosa in sé" non è oggetto della coscienza ma è immanente in essa, e l'esistenza non è altro che una sua manifestazione: la vera realtà - la realtà assoluta, fondamento ontologico dell'esistente - è la coscienza, e il proprio dell'uomo è il rendersi conto, il comprendere, lo sperimentare la coscienza come divina fonte della vita. Di qui il potere di "risveglio" che per l'essere umano ha l'esperienza capitale dell'individuazione, il cui significato più intimo è appunto quello di un radicamento e approfondimento consapevole dell'individualità nella coscienza eterna.
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