Passaggio alla nemica

Passaggio alla nemica

L'ispettore Arjona viene incaricato dai servizi informativi d'infiltrarsi in un gruppo di delinquenti sospettati di connivenze presso alcuni malvisti intellettuali. Per rendersi credibile questo solerte, "leale e devoto servitore della Polizia" cambia aspetto: pantaloni militari neri, camicia extralarge spudoratamente sbottonata sul torace, Nike a righe gialle e nere ai piedi, berretto con visiera portata all'incontrario. Si spaccia per un giovane disoccupato ventiduenne, sbarcato a Parigi e in cerca di un vago lavoro nel mondo della musica, si iscrive a un corso di hip hop e si sforza di utilizzare "rivoltanti barbarismi che gli straziano la bocca e il cervello". Il gruppo incriminato lo adotta e lui, per meglio integrarsi e non dar adito a sospetti, finisce per "consumare giornalmente in loro compagnia notevoli quantità di droga illecita". Non è nemmeno insensibile al fascino di Dulcinea, una giovane di rara bellezza, dal carattere estremamente taciturno. Due elementi che vanno a turbare la missione e la redazione dei quarantun rapporti, datati tra il 6 gennaio e il 29 agosto 2003, che costituiscono il libro. Il nostro ispettore incomincia a perdere i suoi punti di riferimento, e a poco a poco completa la sua metamorfosi finendo per trasformarsi in ciò che egli è davvero. Il suo linguaggio da levigato, freddo, applicato diventa lingua viva e mina il discorso relativo alla pubblica sicurezza molto più di tanti slogan militanti. Progressivamente, la forma dal tono implacabile e marziale dei primi rapporti si fa più esitante, disordinata, fino ad approdare al gergo delinquenziale. "Passaggio alla nemica" è una feroce satira dell'ordine costituito - intrecciata a una silente e misteriosa storia d'amore - in cui la Salvayre prova a indagare la risposta a una dolorosa questione: come evitare di vivere con il rancore di non essere se stessi?
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