L'evento dell'altro. Etica e politica in Jacques Derrida
Si è spesso presentata la filosofia di Jacques Derrida come un pensiero intento solo a un cinico gioco estetizzante, e si è interpretata la decostruzione come una pratica distruttiva e nichilistica, protesa essenzialmente allo smantellamento di quella tradizione del pensiero occidentale che Derrida ci ha insegnato a chiamare "logofonocentrismo". Ne conseguirebbe l'assoluta irresponsabilità del pensiero della decostruzione. A contraddire una lettura del genere, l'autrice mostra come quello della decostruzione possa invece rivelarsi un pensiero radicale della 'responsabilità' e della 'giustizia', chiamato in ogni istante a 'rispondere' dell'altro e per l'altro. In un confronto sempre più esplicito e serrato con il pensiero di Emmanuel Lévinas e con la comune radice ebraica, l'ultimo Derrida scorge nella figura dello Straniero e dell'Ospite quell'evento dell'altro che, sempre inatteso e inaspettato, come il Messia, non solo scardina e interrompe il 'continuum' temporale, ma vi introduce, altresì, possibilità inaspettate, mettendo radicalmente in discussione lo stesso statuto del Soggetto. Ripercorrendo l'intricata trama di tali questioni, l'autrice offre, attraverso un'attenta lettura della più recente produzione derridiana, una inedita prospettiva della decostruzione, mostrando come essa sia diventata - o forse sia sempre stata - un pensiero dell'ospitalità e dell'accoglienza dell'altro, il cui evento sconvolge quella dimora - Soggettività, Identità, Appartenenza, Proprietà - che invano l'"oikonomia", in quanto legge dello Stesso, tenta di padroneggiare.
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