Gerusalemme. Il sacro e il politico
Se esiste una 'questione di Gerusalemme', considerata difficile se non insolubile, è a causa di una continua confusione di piani - sacro e profano, religioso e politico - che la sottrae al campo di applicazione dei principi comuni del diritto internazionale. Senza risalire all'epoca delle crociate, è ben noto come, già tre secoli fa, le grandi potenze si siano disputate la protezione dei Luoghi santi per giustificare le proprie mire coloniali nel Vicino Oriente. E come, a partire dall'occupazione militare del 1967, lo stato d'Israele abbia preteso di esercitare la propria sovranità esclusiva su Gerusalemme, a dispetto delle risoluzioni dell'Onu e in nome del significato simbolico che la città ha per l'ebraismo. Questo libro, che raccoglie contributi di studiosi di varia nazionalità e appartenenza religiosa, tenta una rivisitazione della movimentata storia di Gerusalemme, soprattutto dopo l'avvento dell'Islam, non per rivendicare la preminenza di un monoteismo sugli altri due, ma al contrario per meglio sottolineare la vocazione universale e plurale della città tre volte santa. Vocazione che solo il rispetto degli accordi internazionali è in grado di assicurare, realizzando un modello di convivenza fondata sul riconoscimento delle rispettive identità.
Momentaneamente non ordinabile