Peter Handke. Da «Insulti al pubblico» a «Giustizia per la Serbia»
Figura sospetta alla critica di sinistra che gli ha rimproverato le 'fantasie formalistiche', a partire dai primi anni ottanta Peter Handke ha realizzato la bella unanimità di 'progressisti e conservatori' che rifiutano l'enfasi delle sue enunciazioni poetiche e il tono ispirati del suo linguaggio. L'ostilità dei due fronti dipende dall'idea comune di un'arte subalterna a una lettura predeterminata della realtà che è tutto quel che Handke rifiuta anche a costo di esporsi personalmente, come nelle recenti prese di posizione sui conflitti seguiti alla dissoluzione della Iugoslavia, nel perpetuo confronto tra il mentale e il vissuto, fra il poetico e il politico, fra l'ideologia e la realtà.
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