Gli aspetti magico-religiosi di una cultura subalterna italiana
Pubblicato per la prima volta nel 1976, questo libro da tempo esaurito è ormai considerato un classico della ricerca antropologica italiana. Questa riedizione si inquadra nella riscoperta di un autore fino a qualche tempo fa ingiustamente sottovalutato se non addirittura messo al bando per il suo non conformismo. Sono qui interpretati tre campioni del patrimonio religioso e magico dei ceti rurali italiani: il culto dei serpenti e i suoi rapporti con quello di san Domenico a Cocullo; l'allevamento sacrale del maiale di sant'Antonio abate nella Marsica; il rituale del bue genuflesso, tutti appartenenti a una cultura abruzzese che, a una lettura critica, si rivelano per quello che sono: frammenti di articolate visioni del mondo sorte dal retroterra economico e politico della società contadina centro-meridionale. La ricerca ne ricompone la storia silenziosa ai margini della produzione colta, fino all'esito contemporaneo nel revival spontaneo delle feste. In presenza degli sviluppi della industrializzazione questo fenomeno acquista il significato di un recupero d'identità umana e culturale che non ha perso nulla della sua attualità.