Glaciazioni. Viaggio nel mondo della follia
Secondo Reskin, che da cinquant'anni lavora quotidianamente a contatto con pazienti psichiatrici gravi, lo psicotico vive un'esistenza sospesa, paragonabile a uno stato di ibernazione. E' particolarmente sensibile e fragile, e non riesce a tollerare né il piacere né il dolore psichico. Si sente ferito da ogni tentativo di avvicinarsi affettivamentente a lui; di qui il suo bisogno di proteggersi, spesso rinchiudendosi nell'autismo come in corazza. A partire dall'impressione di persone "bloccate", "ibernate", che questi pazienti suscitano in coloro che se ne prendono cura, Reskin parla qui di 'glaciazioni', utilizzando la metafora delle ere geologiche con riferimento alla regressione dello psicotico alla propria preistoria affettiva, quella dei primi rapporti con la madre. Il disgelo, allora, fa parte del processo di guarigione, che dev'essere accompagnato da una presa in carico istituzionale ma soprattutto umana.
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