Il migliore dei mondi possibili. Matematica e destino
La teoria del caos ha richiamato l'attenzione sul carattere imprevedibile e aleatorio del mondo fisico. Ma una antichissima tradizione filosofica, rilanciata dalla scienza classica, afferma al contrario l'armonia generale dell'universo. E lo stesso Leibnitz ha potuto affermare che il nostro è il migliore dei mondi possibili. Questa idea singolare ha una lunga storia che il libro ricostruisce mostrando su quali risultati scientifici essa si basi e quali sviluppi abbia avuto oggi. A partire dall'opera di Galileo Galilei, la fisica esprime il 'principio di minima azione'. I progressi della matematica, alcuni dei quali molto recenti, permettono di trarne a poco a poco le conseguenze e di ridurre lo studio dei movimenti a problemi di geometria. Ma la fisica galileana si applica soltanto ad un livello particolare della realtà e il principio di minima azione scompare allo stadio inferiore (meccanica quantistica). L'autore è portato quindi a conclusioni alquanto scettiche circa una eventuale visione globale e unificata del mondo. La ricerca di una ragione semplice e universale che spieghi perché il mondo è così com'è gli sembra un'impresa destinata al fallimento, menché egli resti ottimista circa le prospettive che la scienza offre in vista del miglioramento della condizione umana.
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