Teoria del linguaggio e della mente
"Teoria del linguaggio e della mante". Un titolo verticale opportunamente sfrontato per un libro che attraversa la densità di tre termini chiave della riflessione filosofica contemporanea (e non) con la suprema perizia della consuetudine e insieme con il fremito di una partita estrema e rischiosa. Bencivenga rimette il pensiero in movimento a partire dal suo punto di quiete, quella logica analitica dai tratti distintivi che appare ormai senza speranza come la corrispondente ontologia atomistica. Nessuna traccia di linguaggi logicamente perfetti, nè del sogno di una logica di identità, né del gergo di trascendentalità con cui spesso si onora la mente: indisciplina, ambiguità, dolore, in una parola patologia, appartengono al linguaggio e al suo destino, ossia al pensiero. Quanto alla mente, non c'è mente e tuttavia affermarne l'esistenza è un'importante presa di posizione analitica.
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