La vita comune
A Suzanne piace la vita d'ufficio ben regolata sotto lo sguardo del direttore generale. Del resto le piace solo questo. Gli altri la infastidiscono, disturbano il suo tranquillo percorso quotidiano. Ma ecco che in questo universo ristretto ma rassicurante fa la sua comparsa una nuova segretaria: un avvenimento che non tarda a rivelarsi catastrofico. Cosce grosse e profumo di vètiver, la nuova segretaria che mastica chewin gum è solo una presenza come le altre, non particolarmente minacciosa -si direbbe- nella sua banalità, ma non per Suzanne che ne fa un'avversaria, figurandosi strategie di battute e silenzi per farla stare al suo posto, per non lasciarsi coinvolgere nei mille piccoli dettagli della vita comune, per continuare a detestarla. Una visita medica, i rapporti con la figlia, le conversazioni con un vicino e con la donna delle pulizie, disprezzati, ma dei quali ha bisogno per raccontarsi, come si racconta al dottore a poco a poco l'ossessione lascia il posto all'isteria, all'odio, alla follia, mentre Suzanne continua a perdere posizioni con la rivale: chi ha lasciato accesa la luce? Chi sporca il bagno? Basta coi fumatori! Fino alla disfatta: il pensionamento anticipato. Spietato e rivelatore, il racconto è condotto sul filo dell'ironia crudele e compassionevole al tempo stesso, ben servita dallo stile perfettamente registrato di una delle più interessanti scrittrici francesi contemporanee.
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