Dopo il Leviatano. Individuo e comunità
Da quando Thomas Hobbes fece del mostro biblico l'emblema dello Stato - il "Dio mortale", la massima potenza terrena - la filosofia politica non ha smesso di fronteggiare il Leviatano. Oggi tuttavia la suggestione simbolica della megamacchina statuale, che ha segnato il destino stesso della modernità, sembra ormai irreversibilmente esaurita. Con l'avanzare del dominio della tecnica il Leviatano appare sempre più, secondo l'intuizione di Nietzsche, un "gelido mostro", menzognero e insensibile alla varietà del divenire e della vita. "Morte di Dio" e "morte dello Stato" non sono che due aspetti di quel medesimo processo di pluralizzazione della politica cui già alludeva Weber con la nozione di "politeismo dei valori". Ripercorrendo la fitta trama della riflessione sul politico, da Schmitt a Habermas, dal "pluralismo corporativo" all'attuale polemica tra "comunitaristi" e "liberali", Marramao delinea la prospettiva di un mutamento di paradigma, al di là degli orizzonti concettuali dello Stato-Leviatano.
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