Una spia del regime. Carlo del Re e la provocazione contro Giustizia e Libertà
Il 30 ottobre 1930 la polizia politica catturò il "centro interno" di Giustizia e Libertà. L'arresto di Riccardo Bauer, Ferruccio Parri, Ernesto Rossi e di una ventina di altri antifascisti fu possibile grazie al tradimento dell'avvocato Carlo Del Re, il quale per salvarsi dalla bancarotta e dalla prigione vendette i compagni di cospirazione. Quella vicenda, seguita dal suicidio di Umberto Ceva in una cella di Regina Coeli e dal processo ai giellisti dinanzi al Tribunale speciale, segnò la nascita dell'Ovra e, per Del Re, il passaggio al soldo del ministero degli Interni. Nel 1945-46 Ernesto Rossi si procurò copia di molti documenti sul rapporto mercenario intrattenuto da Del Re con i principali dirigenti della polizia (da Arturo Bocchini a Guido Leto) e un decennio più tardi pubblicò quel materiale nel volume intitolato "Una spia del regime". Questa nuova edizione, corredata da un saggio sulle complesse vicende legate alla caduta di Giustizia e Libertà e alla carriera avventurosa del delatore, lumeggia i meccanismi della polizia politica fascista e della continuità dello Stato. I documenti d'epoca fascista, notevolmente accresciuti di numero, sono arricchiti dall'appendice sugli anni 1948-60 con scritti di Alberto Moravia, Augusto Monti, Domenico Rea, Carlo Del Re e Ernesto Rossi.
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