Diario Dogon
Nel settembre del 1931 l'etmologo francese Marcel Griaule arriva nella regione di Bandiagara e 'scopre' i dogon, gli stessi dogon che sei mesi prima erano sbarcati a Parigi per danzare in occasione dell'Exposition coloniale. Inizia con questo paradosso il lungo rapporto che legherà Griaule e i suoi seguaci a quel popolo del Mali. La fama dei dogon, immersi in un affascinante scenario naturale, con le loro maschere allegoriche, le loro danze pittoresche, la loro complessa cosmologia, dai taccuini degli etnografi è approdata ai cataloghi turistici. L'immagine idealizzata che viene proposta ai turisti è quella di una popolazione che vive in armonia con il cosmo, immersa nel simbolico perennemente intenta a riflettere sull'ordine universale. Questo si aspettano dunque i turisti e questo viene loro offerto dai dogon, alcuni dei quali hanno appreso dai testi di Griaule come riproporre agli occidentali la loro 'vera' tradizione.Questo diario, nato da alcuni viaggi in mali, oltre ad analizzare il curioso gioco di specchi tra etnomologi, dogon e turisti, costituisce una riflessione su cos'è oggi il turismo dell'esotico, quali meccanismi culturali e sociali innesca, quali dialoghi o scontri si aprono tra visitatori e visitati.