Editoria senza editori
Questo libro racconta l'itinerario di un uomo e la storia di una casa editrice di cultura: la Pantheon Books, fondata nel 1941 a New York da un emigrato tedesco, Kurt Wolff, cui si associò poco dopo il padre dell'autore, Jacques Schiffrin, anch'egli costretto a rifugiarsi negli Stati Uniti dopo aver ideato e diretto fino al 1940 a Parigi la celebre "Pléiade". Entrato a sua volta nel 1962 alla Pantheon Books, André Schiffrin ne fece una delle più prestigiose case editrici americane, in stretto e costante rapporto con la migliore cultura europea. Era un tipo di editoria al tempo stesso esigente e popolare che aveva i suoi precedenti più o meno lontani nei Penguin Books, nel Left Book Club in Gran Bretagna e nella New American Library of Word Literature negli Stati Uniti. Tutte esperienze di grande successo commerciale, oltre che d'indubbia rilevanza politico-culturale. E così fu anche della Pantheon Books fino a quando cadde vittima di successive concentrazioni editoriali (RGA, poi Newhouse e infine Bertelsmann) che, imponendo fortissimi rendimenti immediati, hanno praticamente distrutto l'editoria di cultura negli Stati Uniti e sono vicine a farlo anche in Europa. In tal modo il libro, concepito managerialmente solo sul modello del best seller, e non anche come prodotto di una ricerca in grado di arricchire insieme il pubblico e l'editore, risulta incluso come accessorio nella sfera dell'entertainment e della industria della informazione, con conseguenze catastrofiche per la democrazia, oltre che per l'editoria di cultura. La quale però ha ancora la sua parola da dire.
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