L'altra memoria

L'altra memoria

Il libro ricostruisce per la prima volta con grande sensibilità e scrupolo storiografico quella che si può chiamare l'autocoscienza della estrema destra italiana, concentrata sia pure con diverse modulazioni su una identificazione con la Repubblica sociale italiana per cui, per quasi cinquant'anni, si è assistito all'orgogliosa rivendicazione di una identità politica che coincideva quasi del tutto con i venti mesi di quella esperienza. Questa rielaborazione - di cui qui si seguono le vicende dalla memorialistica immediatamente seguita alla guerra (Anfuso, Graziani...) alla rielaborazione teorico-politica e storiografica di Pisanò, passando per la rimozione dell'antisemitismo e per la tematica cruciale della guerra civile - avvenne in assenza di una storiografia di destra che, dotata delle necessarie basi metodologiche, potesse contrastare quella di orientamento antifascista. Di qui il curioso destino di uno storico come Renzo De Felice che con la sua storicizzazione del fascismo decretava in fondo l'impossibilità di continuare a ispirarsi ad esso dopo il 1945. Nel complesso il libro colma una lacuna nella conoscenza di un cinquantennio di pensiero di estrema destra, interrotta solo da una breve fiammata d'interesse all'inizio degli anni Ottanta, a fronte di un'enorme pubblicistica militante o di denuncia basata sulla riduzione del problema a puro e semplice 'nostalgismo'.
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