Recinto di fabbrica
Nel riascoltare un'aria della "Lucia di Lammermoor", prima opera a cui assistette da bambino e tanto spesso canticchiata dalla madre, nella memoria dell'autore riaffiora all'improvviso la figura del Poletti, operaio addetto alle caldaie della fabbrica paterna che, con lo spazio ad essa circostante, ha rappresentato "un mondo sufficientemente vasto e differenziato da esplorare". I ricordi di Gregotti tornano a quelle esplorazioni quotidiane compiute col fratello, a quel mondo dove i capannoni e i magazzini costituiscono terreno di gioco e di scoperte. La fabbrica è un organismo vivo, sui cui ritmi si regola una circoscritta e intensa esistenza quotidiana. Anche le macchine da tessitura allineate nei capannoni, simili tra loro in apparenza, hanno una personalità riconoscibile. Rumori, voci e odori rendono distinguibili per i due ragazzi - anche a occhi chiusi - i vari reparti dove essi scoprono i misteri e i segreti della modernità tecnica, lontano dal variopinto mondo di fuori. In questo breve libro Gregotti racconta i momenti della sua scoperta e insieme l'eccezionalità della sua crescita nella fusione di vita di fabbrica e di maturazione umana.
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