Quanta, quanta guerra...
Un romanzo "con poca guerra ma su un continuo sfondo di guerra": tali erano le intenzioni della scrittrice quando si accinse a scrivere questo libro che doveva sulle prime intitolarsi, significativamente, "Il soldato e le rose". Ma un romanzo dove la guerra si attraversa in sogno, con la cruda realtà di ferite che si riaprono continuamente nel corpo e nella mente del protagonista, spinto - o guidato - dagli occhi viola di una donna a scappare di casa e gettarsi nella mischia.Non soldato di ventura né cavaliere errante, l'adolescente Adrià Guinart è un modernissimo Lazarillo che percorre la sua strada attraverso un mondo sconvolto - allora come oggi - da una guerra in atto, e ne esce, alla fine, adulto.Un quadro dopo l'altro, quasi una carta dopo l'altra - il titolo dei capitoli richiama spesso, significativamente, i tarocchi - si snoda l'avventura del ragazzo, partecipe e curioso.Ancora un romanzo di formazione, ma di un tipo speciale, che coniuga, nelle intenzioni e nei risultati, epicità e favola, riti di iniziazione e immersione nel sogno, un 'on the road' mediterraneo dove riappaiono come per magia castelli e melarance ma dove irrompe, tragicamente, la viva voce degli altri a segnare la strada e a rivelare non il significato ma la sostanza stessa della vita.
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