L'albero d'oro della vita. Ricerche, avventure, scoperte
Dal fondo di una selva tenebrosa, occhi dell'età della pietra scrutano l'uomo venuto da lontano: di sotto a un cespo di capelli ribelli sale e pepe, uno sguardo chiaro, indagatore. Una figura inconfondibile. Irenaus Eibl-Eibesfeldt è qui per cercare una risposta a interrogativi antichi: chi siamo? Da dove veniamo? Dove conducono le nostre vie? La storia inizia a Kierling, piccolo villaggio ai margini del Wienerwald, nell'Austria ancora 'felix' degli anni Trenta, quando al piccolo "Renki" un microscopio avuto in dono regala la prima indimenticabile emozione: la scoperta, in una goccia di acqua piovana, della vita. E in quella goccia, come in una sfera di cristallo, egli legge il proprio futuro: sarà uno scienziato, un biologo, non però il classico studioso da tavolino, ma piuttosto un esploratore, a contatto con la natura. A metà degli anni Sessanta il suo nome è già una leggenda. Ma la curiosità del 'sapiens sapiens' mitteleuropeo cerca nuovi orizzonti e si rivolge all'animale a rischio per eccellenza, il più evoluto e disadattato. Nasce l'etologia umana: ricerche longitudinali che coprono un arco di tre generazioni nei luoghi più remoti e inospitali del pianeta, centinaia di chilometri di pellicola per fissare gesti, reazioni, modelli di comunicazione, rituali: al di là delle differenze culturali, un identico copione per i cacciatori-raccoglitori del Kalahari e gli automobilisti di Los Angeles, gli amazzonici Yanomami e i visitatori di Disneyland. Da questa eredità ancestrale dovremo ripartire per elaborare una strategia di sopravvivenza per il terzo millennio.
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