La questione tecnologica

La questione tecnologica

Ora che l'automazione informatizzata si è imposta, o meglio - direbbe Noble - è stata imposta su scala planetaria, trasformando non senza traumi il modo di vivere e di pensare d'intere generazioni, potrà sembrare intempestivo (attardato o prematuro, a seconda dei gusti) tornare sulla prima fase, tutt'altro che automatica e priva di resistenze, della rivoluzione industriale che ci è capitato di vivere. Dato il trionfalismo progressista che accompagna ogni nuova trovata tecnologica, ci sarà sicuramente chi tenterà di squalificare come 'romantico' il profondo interesse che Noble porta alle persone piuttosto che alle macchine. E il suo tentativo di ritrovare anche nella storia della prima rivoluzione industriale il punto di vista di chi subisce l'innovazione tecnologica e magari tenta di opporvisi o di controllarla, non mancherà di essere bollata come apologia del 'luddismo'. Accuse che l'autore sarà ben lieto di condividere con Lord Byron, qui opportunamente ricordato e portato ad esempio. Ad ogni modo, è proprio il fatto di schierarsi con passione che rende possibile a Noble questa lucida ricostruzione dei movimenti e dei meccanismi reali della innovazione tecnologica, a cominciare da quell'enorme laboratorio che è stato anche per l'informatica il complesso militare-industriale americano, per finire con le fantasie 'creative' e potenzialmente ben remunerate circa gli usi alternativi della nuova tecnologia.
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