Un caso di coscienza
"Io chiedo soltanto di contemplare in pace la bellezza del mondo". Tale è il mio grido del cuore, che viene chiarito qui appresso: "rifuggo dal 'troppo umano'. Le storie non mi interessano. Eppure so che solo le piccole storie esistono". E allora? Come posso aver avuto a che fare con un caso di coscienza? Trovare le parole per raccontarlo è stato il mio compito, intorno al 'caso' che mi coinvolse tanti anni fa. La sorte - la mia, naturalmente - mi ha offerto una circostanza, per cui ho potuto abbinare i due impegni: indagare - dentro la mia coscienza - sulla piccola storia, e nello stesso tempo (in senso letterale, cioè negli stessi giorni, nelle stesse ore) contemplare la bellezza del mondo, per di più nella forma che per me è di massimo conforto: una vista di montagne in un amplissimo giro d'orizzonte, e, vicinissima, intrigante, la vita minuta degli insetti: cavallette, grilli, api. La contemplazione, in alternativa, ha certo favorito la concentrazione, ma questa soltanto è creativa. La mia memoria è sapiente; è fedelissima, però solo per rari momenti, così che il passato è insieme presente: in quanto essa non crea un flusso, ma rivela (inventa). Il tutto è anche confessione? Necessariamente.