Aggiornamenti sull'idea di «Caso»
Da quando ha cominciato a riflettere, l'uomo non ha mai smesso di interrogarsi sul caso, l'inatteso, l'imprevedibile, la contingenza, la fortuna e la sfortuna, il destino, questa forza cieca che sconvolge la vita degli individui e il corso della storia. Ma che cos'è il caso? E obbedisce a leggi o, come l'amore, non riconosce alcuna legge? E, innanzitutto, è una realtà oggettiva o soltanto un effetto della nostra ignoranza? Il caso è stato oggetto da sempre delle meditazioni dei filosofi, ma solo da qualche tempo è entrato anche nella scienza. Il suo status è però molto incerto: per la sua bizzarria e capricciosità, il caso tende spesso a frustrare o quanto meno a ostacolare il lavoro degli scienziati, i quali quasi sempre ne negano l'esistenza. Ma ci sono ambiti scientifici in cui sembra sussistere un caso fondamentale: esempi tipici sono forniti dalla genetica, con le mutazioni, e dalla meccanica quantistica, col principio di indeterminazione. Eppure le equazioni della meccanica quantistica sono perfettamente deterministiche e il caso non emerge se non quando si compiono osservazioni. La stessa ampiezza di probabilità è fissata in modo deterministico. Molti scienziati preferiscono considerare il caso non una parte del mondo fisico, bensì una parte della sua descrizione. Ma se per gli scienziati il caso è soprattutto un nemico da sconfiggere o quanto meno da sottoporre a controllo, gli artisti lo hanno spesso usato non solo come materiale ma anche come strumento di creazione artistica. Poiché però il caso attraversa tutti gli ambiti dell'esperienza umana, dalla vita sociale e artistica alle scienze, è opportuno cercare di definire il significato e le valenze che esso ha per uomini di formazione ed esperienza molto diverse fra loro. Colloqui con H.Barreau, P.-M. de Biasi, J.-L. Boursin, A. Danchin, B. Diu, I. Ekeland, C. Faure, A. Jacquard, S. Lebovici, J.-M. Lévy-Leblond, J.-C. Milner, S. Moscovici, A. de Ricqlès, J.-C. Risset, D. Ruelle.
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