L'occidentalizzazione del mondo
Il fallimento dello 'sviluppo', cioè la constatata impossibilità di ripetere nei paesi del cosiddetto Terzo mondo quel complesso di trasformazioni che hanno portato all'opulenza dell'Occidente, si lascia dietro una vera e propria catastrofe di cui si tarda a misurare l'ampiezza. Ovunque, a ristrette élites che vivono all'ombra del mercato mondiale, corrispondono immense masse sradicate che hanno subìto la stessa invasione culturale prima ancora che economica. L'espansione dell'Occidente risulta essere piuttosto il trionfo di un modello universale, quasi una megamacchina tecnico-scientifica che impone al di fuori di qualsiasi possibilità di controllo i propri imperativi mercantili, che non l'effetto di un diretto dominio militare ed economico. Certo, questi aspetti del buon vecchio colonialismo e imperialismo non sono scomparsi, anzi! Ma la loro portata è ormai senza comune misura con gli effetti di una uniformazione planetaria tanto travolgente quanto destinata nella maggior parte dei casi a restare puramente immaginaria. Per niente nostalgico delle culture tradizionali, l'autore individua nella rielaborazione autonoma di elementi del modello occidentale una delle speranze del 'dopo sviluppo'.
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