Session man. Una vita da chitarrista

Session man. Una vita da chitarrista

La storia della musica contemporanea è stata per lungo tempo legata a una forma di culto della personalità: le grandi band e i grandi solisti rock e pop sono stati celebrati per l’estremismo e l’eccentricità delle loro vite, per la capacità di incarnare o addirittura anticipare lo spirito dei tempi, per le scelte controcorrente che li hanno trasformati in icone del gusto e della società. Ma la musica è popolata di tante altre figure che hanno preferito restare nell’ombra, sottraendosi alle luci della ribalta e fuggendone gli effetti più distruttivi: artisti a loro volta, virtuosi dello strumento quanto dell’understatement, capaci di collaborare con alcuni tra i personaggi più creativi e popolari della scena rock e pop. È il caso di Phil Palmer, che ha prestato la sua chitarra ad alcuni dei set live e delle produzioni musicali più ammirati (è suo, per esempio, l’assolo in «Con il nastro rosa» di Lucio Battisti, considerato da molti il più bello nella storia del pop italiano). In Session Man racconta la sua vita, dagli anni dell’adolescenza e dell’avvicinamento alla musica tramite gli zii Ray e Dave Davies (i Kinks) agli incontri con i grandi del rock, del blues, del soul, cui dedica ritratti appassionati e profondi. Scorrono così davanti ai nostri occhi alcuni dei nomi più importanti della musica contemporanea, da David Bowie a Eric Clapton, dai Dire Straits a George Michael, fino ai grandi artisti italiani con cui Palmer ha collaborato negli ultimi anni della sua carriera: Claudio Baglioni ed Eros Ramazzotti, Pino Daniele e Renato Zero.
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