Punto Omega
Una donna che fatica ad accettare l'integrazione razziale intraprende con il figlio un difficile viaggio in autobus; un toro in fuga da una fattoria si trasforma in dispensatore di morte o forse di grazia; un uomo anziano ha un rapporto contrastato con la nipotina, lacerata tra l'affetto per il nonno e la lealtà verso il padre violento; un uomo del Sud coperto di tatuaggi è impegnato a dimostrare il proprio amore per una donna che ha dedicato se stessa al Dio dell'Antico Testamento: sono solo alcuni dei personaggi che affollano i racconti di Punto Omega. La maestria e la padronanza della forma breve di Flannery O'Connor raggiungono probabilmente il loro culmine nella sua seconda e ultima raccolta di racconti, pubblicata postuma nel 1965. Giunta alla piena maturità di scrittrice, devastata dalla malattia che la porterà nel giro di pochi anni a una morte precoce, O'Connor conferma e se possibile rafforza il proprio talento di narratrice perennemente sospesa tra il grottesco e il realismo più brutale, tra lo stupore di fronte alla crudeltà del mondo e il richiamo della fede, tra l'incombere della morte e il paradosso della salvezza.
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