Ore disperate. L'ultimo processo di Harper Lee
Negli anni Settanta, in un Alabama ancora attraversato dalle tensioni razziali, il reverendo afroamericano Willie Maxwell viene accusato di aver ucciso cinque membri della sua famiglia per incassare i soldi di altrettante polizze assicurative. Più volte processato, viene sempre assolto grazie all'astuzia del suo avvocato, un liberal e campione dei diritti civili. Finché, al funerale della sua ennesima vittima, uno dei parenti lo uccide con un colpo di pistola davanti a una folla di testimoni. A difendere l'assassino in tribunale sarà lo stesso avvocato che aveva fatto assolvere il reverendo. Un processo destinato a fare clamore, per due ragioni: il suo esito imprevedibile e la presenza tra il pubblico di Harper Lee, tornata nel suo stato natale con l'idea di scrivere la propria personalissima versione di A sangue freddo, il capolavoro dell'amico fraterno Truman Capote al quale aveva contribuito non poco, diciassette anni prima. Casey Cep ricostruisce l'intera vicenda, dalla sequenza di omicidi al processo, attraverso un lavoro di ricerca da grande reporter e, al tempo stesso, offre un ritratto profondo e commovente di una tra le scrittrici americane più lette e amate del Novecento e della sua lotta con il successo e i misteri della propria creatività, destinata a esaurirsi nella perfezione assoluta di un unico, grandissimo romanzo: Il buio oltre la siepe.
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