Pensieri all'anno
Ma cosa ci si aspetta da un libro che si divide in stagioni? Sicuramente non l'analisi della psiche di un'ingenua ragazzina di 18 anni che appena si appresta a capire cos'è il mondo. Ogni stagione ci si aspetta che includa percezioni sensoriali, ma ad accompagnarle, rustiche, caserecce e quasi paranormali riflessioni pomeridiane o mattutine, sintetiche o analitiche, esperienze passate, temi sociali e argomentazioni attuali La divisione in stagioni è percettiva, a seconda dell'emozioni che trasmette una stagione, e altrettanto le poesie sono distribuite a seconda delle sensazioni che rievocano e alla compatibilità con le stagioni. Il mio stile si riflette nel romantico decadentista, rifiuta ogni tipo di regola, coerenza e sovente schema; la ricerca linguistica si concentra su uno stile arcaico e desueto; i temi sono angoscianti e quasi sempre tristi eppure c'è una punta di ottimismo che caratterizza qualsiasi poesia. Quanta giovinezza basta per essere felice? E che mondo si può immaginare che allievi il peso dalle nostre spalle? Quanti anni per capire che non c'è certezza né obiettivi? 18 per rispondere ai miei stessi quesiti, e qualche giorno per scrivere.
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