La strana gioventù. Una generazione ribelle nella San Pietroburgo del 1862
Orazio Torriani si reca per motivi di lavoro a San Pietroburgo. Siamo nella primavera del 1862. Mentre è intento a realizzare la nuova Sala di lettura della Biblioteca Imperiale, entra per caso in contatto con una strana gioventù. Sono ragazzi e ragazze che fanno della coerenza la loro bandiera: ciò che si fa nella vita traduce la propria scommessa esistenziale. Contestano la famiglia, la scuola, la morale. Mettono in discussione tutto: dai fondamenti teorici e religiosi, all’organizzazione dello Stato e della società, fino alle abitudini quotidiane, al modo di vestire e di acconciarsi. E, infatti, le ragazze indossano occhiali da sole, hanno i capelli corti, fumano; i ragazzi si fanno crescere i capelli e amano i copricapo a tesa larga. Leggono e distribuiscono stampa clandestina; organizzano cooperative e scuole gratuite per analfabeti; aderiscono ai gruppi rivoluzionari che rivendicano “terra e libertà” per i contadini. Cominciano a vivere nelle comuni, discutono di socialismo, di emancipazione dei servi e di liberazione della donna. La loro è una vicenda costellata da manifestazioni di piazza, scontri con la polizia, strani incendi, spie e traditori.