Né passione né ragione. La politica della tecnica e dell'immagine
I contraddittori tentativi di superare la "democrazia del pubblico", la crisi economica che segue quella sanitaria, la soluzione tecnica per gestire la ripresa, stanno già mostrando i loro effetti: una partecipazione politica a livelli di guardia, una nuova forte sconfessione dei soggetti politici, un costante allarme per la tenuta delle democrazie. Questi elementi poggiano sul lungo addio alle formazioni politiche di massa, all'organizzazione e al radicamento, sul venir meno dell'elaborazione come pensiero strategico resistente, sul prevalere delle tecniche di comunicazione, marketing e governance. La politica e la democrazia rappresentativa sono così poste in una posizione di indubbia subalternità ad altri paradigmi: immagine, consenso, mercato. Il libro indaga alcuni recenti passaggi che segnano questo slittamento e questa sottrazione di visione, di cultura, di azione, esplora esperimenti in controtendenza, offre strumenti di comprensione, ed esorta a un "reincantamento" della politica a condizione di una maggiore e più diffusa consapevolezza dei linguaggi, dei cambiamenti della società e degli individui, dell'agire politico.
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