Haiku siberiano
Finalista Premio Orbil 2020. BalloonJurga Vile narra e Lina Itagaki illustra il coraggio dei bambini (e di certi adulti) con una storia dolorosa, piena di fascino, che oggi ha molto da insegnare. «Jurga Vile ci lascia entrare fra le pagine drammatiche di un vero memoriale di famiglia, racconta una storia-nella-Storia fatta di violenza, disperazione; ma anche dignità, resistenza morale, canti che salvano la vita e l’identità.» - TuttoLibri Erano tempi tumultuosi. Era cominciata la guerra. La Germania aveva invaso la Polonia. Di lì a poco la Lituania era stata occupata – in altre parole, presa di forza – dalla poderosa nazione russa, l’Unione Sovietica. La gran parte dei lituani erano considerati nemici dell’Unione Sovietica dal momento che non avevano festeggiato l’arrivo dei forestieri. E i nemici andavano eliminati. Cominciarono a deportare le persone. A strapparle dalle case. A esiliare famiglie intere. Trasferite negli angoli più sperduti e inospitali della Russia, nella più remota Siberia. Moltissimi deportati ci sono anche morti, là, al confino. Qualcuno, cui sorrise la fortuna, potè tornare in patria. Come quei bambini che alcune buone persone ricondussero a casa sul ‘treno degli orfanelli’. Tra questi c’era il piccolo Algis, mio padre. I suoi ricordi e quelli di mia nonna mi hanno spinto a scrivere questo libro. In cui molto c’è di reale e qualcosa di inventato… Questa è la storia di Algis, di sua sorella Delia, della zia Petra che è riuscita a salvare dalla furia dei soldati un libro di Haiku, di sua mamma Ursula, del papero Martino e di un numero sconsiderato di fantasmi.
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