Il principe e l'autista. Il raid Pechino-Parigi del 1907
Alle prime luci del ’900, un’automobile, “Itala”, si prepara a una sfida destinata a consegnarla alle pagine della storia: il raid Pechino-Parigi. A bordo, un principe, un giornalista ed Ettore, giovane e promettente meccanico di Budrio, in provincia di Bologna, che si dedica anima e corpo, tra deserto, taiga e boulevards, alla sua manutenzione – e sarà proprio la sua padronanza dell’automobile a fare la differenza sugli altri equipaggi in gara. Una nuova diavoleria occidentale, però, non può che rappresentare una minaccia per la stabilità dell’Oriente, ancora spossato dall’aggressiva intrusione sfociata, appena otto anni prima, nella Rivolta dei Boxer. I tre protagonisti – tra cerimonie del tè, anelli e morti misteriose – dovranno continuamente difendersi dai complotti che li attenderanno a ogni tappa accuratamente preparata dall’estroso e determinato principe Scipione; mentre il cronista, sacrificato nel retro della macchina tra fumi e motori, racconta al «Corriere della Sera» costumi, gente e paesaggi di quelle terre lontane che, anche grazie a loro, piano piano diventeranno più vicine.