Una nuova preistoria umana (vol.2)

Una nuova preistoria umana (vol.2)

Nel 1982, di fronte alle odierne coste occidentali della Turchia, venne ritrovato un relitto del XIII-XIV secolo. Ciò che è straordinario della cosiddetta “nave di Uluburun” è il suo carico: tonnellate di materiali pregiati che, secondo gli studiosi, sarebbero dovuti provenire da almeno sette paesi diversi sparsi in tutto il Mediterraneo – qualcosa di inconcepibile per l’epoca. Ma se fossero arrivati, invece, da un unico luogo? E che dire della prodigiosa scoperta del professor Saburo Sugiyama, direttore degli scavi di Teotihuacan dal 1998 al 2004, che ha calcolato in 83 centimetri l’unità di misura utilizzata dai costruttori di quel sito? Poco più degli 82,966 che Alexander Thom attribuì alla cosiddetta “iarda megalitica”, unità di misura utilizzata nella costruzione di siti megalitici dal Marocco alla Finlandia. Si tratta solo di un’incredibile coincidenza o vi fu un tramite tra le due sponde atlantiche che le portò dunque a comunicare ben prima della nascita di Cristo? Si può in questo caso parlare di un vero e proprio paleo-contatto? Potrebbero essere state quelle Isole del Grande Verde – citate dagli Egizi come luogo di provenienza di una civiltà esterna al Mediterraneo – il “ponte” tra civiltà pre-colombiana e civiltà mediterranea? Riprendendo il loro studio sui Popoli del Mare iniziato con Haou-Nebout (2008) e proseguito con il primo volume di Una nuova preistoria umana (2019), Berni e Longhena aprono nuovi interrogativi e, grazie a un ampio utilizzo di fonti accreditate, danno nuove risposte.
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare