Profughi. Naufragio dell'umanità nel mare della paura
L'umanità si illude che il fenomeno dei profughi possa essere contenuto e risolto se si combattono gli uomini, si vieta l'approdo di battelli e navi di soccorso, si innalzano muraglie e si erigono reticolati di filo spinato, si terrorizzano con la minaccia di prigione le persone caritatevoli che vorrebbero aiutare. L'Europa è vulnerabile per la sua vicinanza all'Africa, sarà sempre la più ambita destinazione di invasione. Quando l'Africa avrà i previsti 4,5 miliardi di abitanti, i migranti africani non giungeranno più con insicuri barconi, verranno con capaci e sicuri mezzi di trasporto. I letargici governi europei si desteranno allora, opporranno resistenza, ma l'Europa verrà travolta dalla folla irrefrenabile dei nuovi arrivati. Il risveglio ci sarà quando, nel 2100, con un deficit di 90 milioni di persone, mancherà all'Europa la forza lavoro per fare fronte alle esigenze della sua economia produttiva e agli obblighi nei confronti della popolazione anziana. Ci si renderà conto di come le generazioni passate siano state stolte a non avere voluto cogliere l'opportunità, e accogliere la fresca manodopera che le veniva offerta. Le muraglie sognate da capi di Stato dell'Unione Europea e dal presidente americano sono inutili, saranno superate con scale, sfondate da arieti, eluse con sorvolo. Nell'assalto delle masse travolgenti, le mura cadranno, calpestate come carta velina. I profughi entreranno nella "Terra Promessa". L'Europa dovrà aspettarsi migrazioni inimmaginabili, sarà fronte di fiume impetuoso in piena. Centinaia di milioni di disperati irromperanno, inquadrati e serrati in falangi, avanzeranno inesorabili, con passo meccanicamente inarrestabile.
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